TU PER COSA VIVI?
- Aficionados

- 16 feb 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 12 set 2023
Comunicato degli Aficionados

“Ho fallito nello studio e nella vita” - ha scritto su un biglietto la diciannovenne milanese poco prima di togliersi la vita tra i corridoi della IULM, lo scorso primo febbraio. È colpa del sistema universitario. È colpa della società. È colpa delle aspettative sempre più alte che il mondo adulto ripone nelle nuove generazioni. Sono state queste le motivazioni più gettonate che hanno finito per ridurre la drammaticità di un tale gesto a problemi di tipo sociale o legati al mondo accademico. La cruda realtà è che, inermi, abbiamo assistito al vero fallimento della società odierna che silenziosamente si annida tra le righe del drammatico lascito della ragazza: l’incapacità di comunicare il senso del nostro esistere.
Pierre Teilhard de Chardin affermava che:
“Il pericolo maggiore che possa temere l’umanità oggi non è una catastrofe che venga dal di fuori, una catastrofe stellare, non è né la fame, né la peste; è invece quella malattia spirituale, la più terribile perché il più direttamente umano tra i flagelli, che è la perdita del gusto di vivere”.
È questa la sfida e la battaglia a cui siamo chiamati: prendere in mano la nostra esistenza e tutti i giorni riscoprire la ragione per cui val la pena studiare, amare, perdonare e persino respirare. È un cammino fatto di strade piane, in discesa e talvolta anche in salita ma è solo così che si resta fedeli alla propria umanità. È questa la nostra consistenza. Siamo domande, errori, desideri e il nostro reale valore ci viene svelato giorno dopo giorno dentro questo misterioso dono chiamato “vita”.
Oggi l’umanità, smarrendo il senso per cui vivere, si mostra incapace di comunicare con l’altro rendendo a sua volta più tragico il senso di solitudine che l’uomo prova di fronte al proprio destino. Per cui l’uomo solo diviene schiavo delle circostanze e degli esiti entro cui si muove come l’esame universitario, la carriera, un dolore.
Noi valiamo l’infinito che desideriamo. Ma questo valore lo scopriamo solamente nel rapporto e nell’incontro con qualcuno in cui tutto di noi viene considerato, amato e nulla censurato. Volti amici con cui condividere le proprie fatiche, gioie, domande e insieme ricercare la risposta che più tenga fede al desiderio di felicità per cui siamo fatti. E’ quanto accaduto a molti di noi e che quotidianamente riaccade nella nostra amicizia. Dunque, l’unica vera responsabilità che possiamo addossarci come società intera dinanzi a questo drammatico evento è una semplice e potente domanda che riguarda la nostra vita: “Tu per cosa vivi?”.
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