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TE DEUM LAUDAMUS 2023 | Aficionados

Cosa sostiene la speranza dell'uomo? Certamente non i buoni propositi e le aspettative che spesso svaniscono la prima settimana del nuovo anno. C'è solo una certezza che permette di camminare lieti nel buio, nonostante i dolori e le fatiche: la interminabile Presenza fra noi. Anche quest'anno abbiamo chiesto ai nostri amici di scrivere il loro "Te Deum" per ringraziare il buon Dio dell'anno appena trascorso.




Te Deum Laudamus... di Francesca Vocino «Sono china su un foglio bianco.

Da non so quanti minuti sto fissando l'unica cosa che ho scritto: 2023.

Sono tentata di fare un bilancio. Di mettere tutto sul piatto della bilancia; di dare ad ogni cosa una mia misura, un numero e così iniziare a ringraziare Dio per tutto ciò che di bello è successo nella mia vita in questi ultimi 12 mesi e lamentarmi, arrabbiandomi con Lui, per le cose brutte, pesanti e negative che hanno caratterizzato il mio 2023.

Appunto, è una tentazione.

È il frutto di quello che succede il primo di ogni anno...I programmi, i buoni propositi, i progetti, i sogni, le aspettative... Di 100 cose che mi sono ripromessa di fare, di altrettante 100 cose che ho chiesto al Cielo di poter realizzare, forse ne è andata in porto solo una, ad essere fortunata... Per tutte le altre l'amarezza di non essere stata in grado, di aver perso troppo tempo, di essere stata distratta, di aver guardato nella direzione sbagliata... 《Signore perché non mi hai accontentata? Perché non hai esaudito i miei sogni...perché non hai fatto la mia volontà?》

Ringraziare il Signore dei successi, lamentarsi dei buchi nell'acqua: la tentazione di tutti. Anche di noi cristiani. Ma poi arriva, come tutti gli anni da duemila anni, il periodo più magico...magico perché pieno di Mistero. L'attesa di una promessa che qualcuno, quando ci ha fatto, ci ha messo nel cuore, magari in un angolino nascosto, perché Lui vuole che siamo noi a cercarLo, che sia la nostra libertà a riconoscerLo. 《Se vuoi io sono qui. Da duemila anni. Nella buona e cattiva sorte.

Non preoccuparti inutilmente perché io non sono venuto inutilmente. Mi sono fatto piccolo piccolo, sono venuto al mondo fragile, come te, ho abbracciato la tua umanità e l'ho fatta mia. Di cosa hai paura? Ti chiedo solo di abbandonarti a me. Ti fidarti di me...nella buona e nella cattiva sorte》.

La semplicità del Natale è tutta qui...nello stringere quel neonato più fragile di me e di te...nell'abbandonarsi al suo respiro che ha l'eco dell'eterno.

Ti puoi lamentare e inveire contro il Cielo per un anno intero, perché ti senti la persona più sfigata del mondo, ma quando arriva Lui non puoi fare altro che accoglierLo e ringraziarLo. E anche ciò che ti sembra brutto, sporco e cattivo, acquista un significato diverso...un senso nuovo...

E allora, piena di dolori dell'anima e del corpo, ancora incapace di capire fino in fondo la Tua volontà e i tuoi disegni per me, io Ti ringrazio per tutto, anche del capello che mi cade a terra. Ti ringrazio per questa consapevolezza, perché nonostante tutto io quella lucina riesco a vederla. Ti ringrazio per questa compagnia che mi rammenta tutto questo...con la dolcezza di uno sguardo, con la tenerezza di un abbraccio, con la durezza di un richiamo, con una amicizia che sfida anche la lontananza.

Ti ringrazio e ti ringrazierò per sempre perché, in tutto il casino che vivo, mi hai dato amici sacerdoti che, pur nella loro umana fragilità, sono guide preziose in questo mio cammino e testimoni reali del Tuo amore e della Tua concreta presenza! Gesù mio, anche se ancora troppo spesso mi è difficile comprenderTi, io ti ringrazio e voglio fidarmi sempre di Te!!!!»


Te Deum Laudamus... di Grazia Cannarozzi

« E’ arrivata la fine dell’anno. E’ tempo di bilanci. Dovrebbe essere semplice per me che sono abituata a farne (come pensa chi mi conosce poco), ma per la vita no, non si possono fare bilanci. Che senso ha fare bilanci se niente è nelle mie mani?

Se tutto è nelle mani di Dio allora tutto è dato e quindi tutto è per me, per un destino buono, pertanto, nel bilancio, sarebbe movimentata solo la parte delle “attività” e non anche quella delle “passività”, è quindi non bilancerebbe nulla.

Se così è non posso che ringraziare il Signore per tutti i doni che mi manda, dalle cose che mi piacciono di più, perché sono secondo i miei disegni, alle cose che non vorrei e che a volte non capisco.

Allora grazie Signore per il mio cuore inquieto e sempre alla ricerca di Te, che non mi lascia serena a poltrire sul divano quando ho mezz’ora di tempo, ma mi fa impegnare in qualche attività che qualche amico mi propone. Non lo faccio perché voglio essere considerata una “brava persona”, mi alletta di più poltrire che essere una brava persona, lo faccio per fare il più possibile memoria di Te, per riconoscerTi e rincontrarTi in un gesto o in una frase, allora frequento i luoghi dove so che posso incontrarTi.

Grazie Signore per mio marito, per questo rapporto rinato e ritrovato e ancora più vero perché più consapevole della Tua presenza tra noi. Grazie per avermi insegnato, con i nostri errori, con le nostre fatiche e le nostre delusioni, che lui non deve essere come piace a me, né come piace a lui, ma come piace a Te. E la stessa cosa vale per me. Ora il nostro rapporto è basato sulla ricerca continua della Tua volontà e non della mia o della sua.

Grazie Signore per il mio lavoro, perché mi hai messo in posti che non avrei mai scelto e mi hai fatto amare ciò che ho trovato. Grazie per il sostegno che mi dai nel farlo e grazie anche della fatica che faccio, dei sobbalzi per i continui imprevisti, degli adempienti fino a tarda notte e delle notti insonni per il timore di aver tralasciato qualcosa di importante, perché proprio quelle notti mi portano ai Tuoi piedi mentre sgrano rosari nella speranza di addormentarmi.

Grazie per la mia “scalcagnata” compagnia. Per i miei compagni di viaggio nel cammino verso Te. Per gli adulti e i ragazzi. Per coloro che sono più assenti e per coloro che sono troppo presenti. Per chi sento più fratello e per chi mi “morde” la mano che gli tendo. Tutti, nessuno escluso, con la loro vita, mi parlano di Te Signore e sono un richiamo per accorgermi quanto ami i Tuoi figli.

Grazie per Pasquale. Ritengo che questa cosa mi hai “fregato” perché, nell’accoglierlo a casa nostra, pensavo di fare un “piacere” a Te mentre il regalo lo hai fatto Tu a me. Guardarlo mentre si “lascia fare da Te” mi insegna ad affidarmi ancora di più a Te. Lui fidandosi di Te si è affidato a noi e tutto è stato una Grazia. Non è stato quasi mai semplice: non ci conoscevamo, avevamo modi di pensare e abitudini diverse, questo ha causato parecchi problemi, ma lui è un miracolo e lo hai portato ad abitare a casa nostra. E’ bastato che dicessimo si, senza pensare alle fatiche e al fatto che sulla carta era una sfida quasi impossibile e questo si ci ha restituito il centuplo.

Infine, ultimi non per importanza, grazie per don Roberto e don Matteo.

Grazie per don Roberto perché è grazie a lui se ho cominciato a prendere consapevolezza che tutto è un dono ed un bene per me. E’ grazie a lui se ho imparato ad amarti ed è sempre lui che non ha mollato mai la nostra amicizia, pur nelle sue è mie fatiche.

Grazie per don Matteo. Lui c’è sempre stato per me, non è un mero sostituto di don Roberto. Ma se non fosse stato per il suo esserci in questo preciso periodo il contraccolpo per l’allontanamento del nostro parroco sarebbe stato più forte. Invece anche lì, Signore hai mostrato la Tua tenerezza per noi.

Perciò come potrei non ringraziarTi Signore?» Te Deum Laudamus... di Maria Paola Santucci

« Giunti al termine di questo 2023 non possiamo non fermarci qualche minuto. Nulla a che fare con la lista dei propositi per il nuovo anno ma un giudizio sul presente, perché solo la certezza del presente mi dà speranza per il futuro. Questo anno, sin dai primi mesi, mi ha messo di fronte a qualcosa che temevo e forse esorcizzavo sperando tutto si risolvesse: il lento consumarsi della figura più importante per la mia vita, mia nonna. Inizialmente mi arrabbiavo pensando che tutto si giocasse nella sua scarsa volontà di alzarsi da quel letto ma poi ho iniziato a prendere coscienza che quella circostanza non poteva andare diversamente. Ho iniziato a vedere in quel corpicino, costretto a passare giornate a letto, il corpo di Cristo sulla croce. Un segno del Mistero che irrompeva nella mia vita chiedendomi qualcosa. Non sempre sono riuscita a stare di fronte a quella sofferenza senza scappare e, in tutto ciò, una mattina mentre ero nel treno per raggiungere la mia sede universitaria mi giunge una chiamata: un mio giovanissimo cugino di 26 anni, per circostanze assurde, improvvisamente non c’era più. Di fronte a tanto dolore, la domanda era violenta e la rabbia aveva il sopravvento. Il colpo finale venne a metà giugno. Avevo già iniziato a prendere coscienza che presto mia nonna mi avrebbe lasciata, ma non ero pronta a lasciarla andar via, avevo ancora bisogno di lei. In quei giorni, dopo aver perso mio padre qualche anno fa e mio cugino il mese prima, ho sperimentato tutta la mia impotenza di fronte a ogni cosa. Stare di fronte alle morte di persone care richiede ragioni forti che diano giustizia ad ogni aspetto, che salvino ogni cosa senza perdere nulla. Qualche settimana dopo, nonostante il mio umore sotto i piedi, mi veniva chiesto di fare caritativa nel nostro centro estivo per bambini (che avevo completamente rimosso dai miei progetti). Il mio "si" a quella circostanza non era una censura del dolore o un modo per esorcizzarlo. Era un “si” a quello stesso Mistero che aveva portato via mia nonna, un "si" carico di domanda e che non voleva eludere alcuna possibilità di risposta (perché mi hanno insegnato che la vita non è a compartimenti stagni). Ulteriore scossone per la mia tranquillità a ottobre, con il trasferimento del nostro padre spirituale (anche se non eravamo disperati perché ancora una volta ci aveva ricordato che tenendo fisso lo sguardo su Cristo ci si ritrova insieme anche a km di distanza e, tra l'altro, eravamo in buone mani). Insomma, in questo anno la quiete del mio buco hobbit è stata costantemente disturbata da Qualcuno che mi ha richiamata a dire “si” a qualcosa completamente fuori dai miei schemi e dai miei progetti. Un “si” possibile solo grazie ad alcuni volti che mi hanno richiamata alla realtà così come ci è data e non come vorremmo che fosse, perché segno del Mistero che ci raggiunge. Dice Padre Aldo, "le circostanze per noi sono il sorriso di Dio, è proprio bella la vita" (eppure lui si trova in un ospedale di malati terminali!). Ad oggi, nonostante tutto, penso di poterlo gridare anche io. Te deum laudo, per tutto questo. Per quella realtà che (anche se a volte non mi piace) è segno del Mistero che irrompe nella vita scuotendomi dalla mania di ricondurre tutto ai miei schemi, per quei volti che costantemente mi richiamano ad uno sguardo nuovo sulle cose, per quei rapporti che troppo spesso dò per scontato ma sono il Tuo concreto abbraccio alla mia persona. Grazie per Antonio, perché è una grazia averlo nella mia vita. La forza di andare avanti non è data dai calcoli che tornano ma dal riconoscere il Mistero che passa attraverso la realtà, in questo è tutta la mia speranza. Che ci sia sempre qualcuno nella mia vita pronto a ri-darmi questo sguardo. Per tutto questo, te deum laudamus.»


Te Deum Laudamus... di Carmela Di Lella «A dirla tutta, non avevo alcuna intenzione di scrivere il mio Te Deum, per pigrizia o perché non lo ritenevo importante. Fino all'ultimo avrei detto di no. Eppure ripetutamente, in questa ultima settimana dell'anno, mi è stato chiesto di ringraziare il Signore attraverso questo mio piccolo contributo. Era come se anche attraverso questa richiesta, Tu mi stessi chiedendo di tornare a Te, non darTi per scontato. Perciò, innanzitutto ti ringrazio Signore perché, attraverso i richiami dei miei amici, fragili maschere della Tua imperante Presenza, non permetti mai che io possa dimenticarmi di Te o metterti in secondo piano, fermandomi al banale calcolo di fine anno, circa l'andamento buono o cattivo di questi mesi. Grazie Signore perché ogni giorno sei penetrato con "prepotenza" nella mia vita, non lasciandomi mai tranquilla. Ti chiedo perdono per tutti quei momenti in cui ho provato rabbia per le circostanze in cui mi hai posto: ora posso dire con ferma consapevolezza che tutto era per il mio Bene, per il nostro Bene. Dico "nostro" perché non riesco più a concepirmi da sola: è infatti per il mio rapporto con Leo che più ti ringrazio, per averci fatto crescere nella fede, seppur attraverso prove e pesanti fatiche, e per ricordarci che niente ha il sapore di eterno se non è legato a Te.

Ti ringrazio per tutti volti nuovi che ci hai fatto incontrare: i bimbi, i loro genitori, i loro nonni, i compagni di università, i colleghi di lavoro.. Per loro ti prego affinché possano conoscere il tuo Volto e riconoscere in Te il senso della loro vita.

Servirebbero pagine intere per elencare tutte le cose per cui occorre ringraziarTi, ma ti chiedo solo, per il nuovo anno, di non permettere che io possa deviare il mio sguardo da Te.»


Te Deum Laudamus... di Leonardo Frascaria

« Il bello della vita di un cristiano è che alla fine dell'anno non è chiamato a fare i bilanci di quanto accaduto come fanno tutti gli altri. Il bilancio intende sempre un confronto tra ciò che è stato bene e ciò che è stato male. Per alcuni potrebbero prevalere le circostanze buone mentre per altri quelle negative. Per noi cristiani c'è un fattore che equilibria perfettamente il tutto: la Sua costante Presenza all'interno della reale. Per questo non posso non lodare Dio anche se quest'anno la mia fede è stata spesso provata dalle circostanze. Non posso non lodare Dio perché continua quotidianamente a farmi dono di una compagnia che mi abbraccia e mi accompagna nel cammino verso il destino. Menzione d'onore per Peppe: il Sam Tolkienano che sopporta tutte le mie angherie. Ti chiedo perdono per tutte le mie cattiverie, le mie antipatie, i miei istinti e perché troppo spesso ho preteso dalla realtà cercando di piegarla ai miei schemi e alle mie condizioni. Ma Ti lodo Dio perché nonostante tutto, hai trovato sempre il modo "per accompagnarmi per mano" direbbe Carm. A proposito, e questa è la più importante fra tutti: ti lodo perché soprattutto quest'anno ti sei preso cura di me e Carmela, nell'anno più duro della nostra verifica. Nei momenti più bui, non hai mai tolto la Tua mano dal nostro capo. Ti lodo Dio perché ci hai sfidato e ci hai chiesto di morire l'uno per l'altro, ma guadagnando la consapevolezza di essere letteralmente chiamati alla nostra vocazione: amare Cristo e costruire la Chiesa mediante il nostro rapporto. Consapevoli entrambi del fatto che "alla fine ci perdoniamo sempre". Ecco, ti lodo Dio perché nell'ultimo giorno dell'anno guardo indietro e scopro che dietro ogni fatto c'era la tua presenza a guidarmi, e nonostante i dolori e le fatiche, oggi non cambierei nulla di tutto ciò che ho vissuto. Te Deum Laudamus...»


Te Deum Laudamus... di Michele Gaggiano

«TI RINGRAZIO SIGNORE PER IL TEMPO CHE MI HAI DATO COME MEMORIA DELLA TUA PRESENZA. TUTTO MI HA PARLATO DI TE. IL.DOLORE, LA.GIOIA, LO SMARRIMENTO DI FRONTE ALLE PROVE CHE HANNO SEGNATO QUESTO MIO ANNO... TUTTO MI HA DETTO CHE TU CI SEI E SEMPRE CI SARAI. AIUTAMI A SEGUIRTI AD ESSERTI FEDELE SEMPRE AD ESSERE TUO. GRAZIE PERCHE SEI PRESENZA CHE MAI MI LASCERÀ.» Te Deum Laudamus... di Cinzia Augelli «Per la mia 55esima Pasqua ed il mio 56esimo Natale.

Per i miei moti terraterra e il desiderio di Infinito che nelle mie viscere fa loro guerra.

Per le mie ossa doloranti e i miei lineamenti cadenti.

Per tutti i letti da rifare, i pranzi da preparare, i piatti da lavare, i panni da stirare... e la mia rosa da contemplare.

Per i miei mancati viaggi...e i sempre cari magnifici soliti paesaggi.

Per i miei giorni grevi e silenziosi...e le mie notti di cieli stellati maestosi.

Per tutto ciò che non ho mai capito...e per il barlume di senso che mi hai, di tanto in tanto, prontamente recapitato.

Per quel poco che è andato come volevo io...e per tutto il resto che mi urla che non sono Dio.

Per le mie cadute potenti...e i Tuoi pronti interventi.

Per gli uccelli del cielo che sul mio balcone si vengono a posare...e nella Tua Provvidenza mi richiamano a sperare.

Per il puntino di alba che ogni mattina fa capolino, arditamente riflesso dal comignolo di fronte: con fantasia divina mi lasci le Tue impronte.

Perché conosci il mio cuore...perché Tu sai...

...Ecco, Strano Mio Signore...Te Deum laudo!»


Te Deum Laudamus... di Luca D'Addetta

«Signore, ti ringrazio infinitamente quest' anno di avermi donato e di avermi fatto conoscere degli amici splendidi, col quale abbiamo intrapreso insieme il cammino di fede e di esperienza cristiana, fa che questo possa aiutarmi nella Crescita sempre di più della fede e nell' Esperienza Cristiana intrapresa e cominciata circa 5 Mesi fa.» Te Deum Laudamus... di Mirco Totta «Ogni giorno io e la mia famiglia, ci troviamo a combattere con la disabilità di mio fratello.

All'inizio è stata dura,era come se il mondo crollasse addosso a ognuno di noi,non facevamo altro che porci domande,problemi.

Agosto 2021 ,feci il mio ingresso in chiesa madre,iniziai a frequentare gli incontri e conoscere la compagnia.

Con il trascorrere del tempo, mi rendevo conto che qualcosa in me stava totalmente cambiando,le cose più banali,ogni gesto che io potessi ritenere "stupido" ,assumeva un quel non so che di tanto speciale,aveva un SENSO.

Ogni singolo giorno,al mio ritorno a casa guardavo tutto sotto un altro aspetto.

Ricordo ancora ora,il momento in cui guardai mio fratello,e notai che ogni cosa lui facesse era piena di stupore,gioia,nonostante la sua malattia gli era di impedimento sotto alcuni punti di vista.

Un giorno mentre ero nella mia stanza,pensai di raccontare l'esperienza che io vivevo ai miei genitori,e di come Cristo non è un qualcosa di astratto ma una cosa Concreta,che attraverso la realtà noi possiamo vivere a pieno la sua presenza.

I miei genitori rimasero senza parole,sentendo quello che io stessi dicendo in quel momento.

E anche loro come me ,oggi,guardano Mio fratello sotto un altro sguardo,diverso da quello che avevano sempre.»


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