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Il TIME degli uomini liberi | P.1

di Redazione

L’avvento dell’estate è atteso da tutti per liberarsi dagli impegni invernali. Gli studenti salutano la scuola, i lavoratori sono in trepida attesa delle loro ferie. L’imperativo comune è uno solo: liberare la mente e godere di quel che si può. La parola vacanza deriva dal latino vacans, che significa vuoto. Insomma l’abitudine di tutti è quella di svuotarsi e staccarsi da se stessi. In verità, fin dagli inizi della nostra esperienza, abbiamo imparato che il tempo delle vacanze non è un tempo in cui svuotarsi, ma al contrario un tempo in cui riempirsi, con l’opportunità di andare più a fondo di quello che si vive. Don Luigi Giussani amava definirlo «Tempo della Libertà» proprio perché è in quel periodo che emerge in noi quello che ci sta più a cuore. E’ durante il tempo libero che noi scegliamo cosa vogliamo veramente. Risulta chiaro che le vacanze così concepite richiedono un maggiore responsabilità sulle cose. Potrebbe costare un po’ di fatica, ma ne vale la pena. Per tale ragione nasce l’idea di raccogliere in un dossier tutto ciò che la nostra compagnia ha fatto durante l’estate. L’obiettivo non è quello di lasciare a tutti un ricordo della nostra estate, anzi, paradossalmente è uno strumento attraverso il quale fare memoria della ragione per cui vale la pena affrontare la scuola, l’università o il lavoro. Se le vacanze restano dei giorni, anche belli, fermi lì nel tempo e non portano alcun frutto nella nostra vita, vuol dire che abbiamo sbagliato tutto. Lo abbiamo denominato “Il Time”, una rivisitazione goliardica della nota rivista americana di attualità, ma il nostro è il Time degli uomini liberi.


Don Giussani e le vacanze


"Arrivano le vacanze. Non uno stacco da se stessi, ma un’occasione per andare ancora di più a fondo di quello che uno vive. Perché è lì, nel tempo libero, che si capisce cosa uno vuole veramente. Quello che una persona – giovane o adulto – veramente vuole lo capisco non dal lavoro, dallo studio, cioè da ciò che è obbligato a fare, dalle convenienze o dalle necessità sociali, ma da come usa il suo tempo libero. Se un ragazzo o una persona matura disperde il tempo libero, non ama la vita: è sciocco. La vacanza, infatti, è il classico tempo in cui quasi tutti diventano sciocchi. Al contrario, la vacanza è il tempo più nobile dell’anno, perché è il momento in cui uno si impegna come vuole col valore che riconosce prevalente nella sua vita oppure non si impegna affatto con niente e allora, appunto, è sciocco… Il valore più grande dell’uomo, la virtù, il coraggio, l’energia dell’uomo, il ciò per cui vale la pena vivere, sta nella gratuità, nella capacità della gratuità. E la gratuità è proprio nel tempo libero che emerge e si afferma in modo stupefacente. Il modo della preghiera, la fedeltà alla preghiera, la verità dei rapporti, la dedizione di sé, il gusto delle cose, la modestia nell’usare della realtà, la commozione e la compassione verso le cose, tutto questo lo si vede molto più in vacanza che durante l’anno. In vacanza uno è libero e, se è libero, fa quello che vuole. Questo vuol dire che la vacanza è una cosa importante. Innanzitutto ciò implica attenzione nella scelta della compagnia e del luogo, ma soprattutto c’entra con il modo in cui si vive: se la vacanza non ti fa mai ricordare quello che vorresti ricordare di più, se non ti rende più buono verso gli altri, ma ti rende più istintivo, se non ti fa imparare a guardare la natura con intenzione profonda, se non ti fa compiere un sacrificio con gioia, il tempo del riposo non ottiene il suo scopo. La vacanza deve essere la più libera possibile. Il criterio delle ferie è quello di respirare, possibilmente a pieni polmoni. Che cosa ne viene in tasca, a vivere così? La gratuità, la purità del rapporto umano”


Centri Estivi 2023: al Campo dei Miracoli!


Anche quest’anno la nostra compagnia si è lanciata nell’esperienza dei Centri Estivi. Un' avventura grande, ma anche faticosa, che non lascia indifferenti. Un mese intero, la cui cura non era limitata alla scrupolosa organizzazione delle attività: il vero interesse era quello comunicare qualcosa di infinitamente più grande, che possa compiere il cuore di ogni bambino, nonostante i nostri limiti e gli imprevisti. Quella stessa cosa che ha scosso noi quando abbiamo incontrato quest’esperienza e che continua a muoverci in questa storia.


Un'esigenza di comunicare

Ripercorrendo quanto realizzato in un mese, risulta riduttivo parlare di semplice “spirito di volontariato” (il quale non ha nulla sbagliato), ma, come abbiamo ribadito più volte durante la festa finale, c’è un motivo ancora più grande che ci ha spinto: noi siamo cristiani! Per i più questo potrebbe non avere alcun significato, ma per noi è l’origine di ogni passo che compiamo. Essere cristiani vuol dire aver incontrato, ad un certo punto della propria vita, per mezzo di una determinata storia e determinati volti, la risposta al bisogno di felicità che ognuno di noi porta dentro di sé, e questa risposta ha un nome: Gesù Cristo. Ciò comporta delle conseguenze, prima fra tutti l’interesse verso gli altri, e l’esigenza di comunicare al mondo intero quello che abbiamo incontrato noi e che ci ha cambiato radicalmente la vita. E’ conseguenza naturale: per essere più chiari, basta pensare ad un classico della storia di ogni uomo: l’incontro con la ragazza che ama. Il giorno in cui quel ragazzo avrà ricevuto dalla ragazza il famoso “Sì”, questi non riuscirà a contenere la contentezza del momento, ma avrà voglia di urlare al mondo intero la cosa bella capitatagli. Questo può sembrare semplice e banale, ma nella vita (soprattutto di questi tempi) bisogna tornare a ribadirsi anche i concetti più semplici, affinchè la grande confusione che regna nel mondo non annichilisca la ragione.


In questo mese abbiamo provato a raccontare ai bambini la nostra storia, ciò che ha cambiato la nostra vita, e ciò che può rendere più vera e bella anche la loro vita: l’incontro con Gesù Cristo. Ovviamente, per far sì che questo riesca meglio, ogni anno viene scelto un tema che possa spiegare più facilmente ai bambini le cose grandi della vita. Per i centri estivi 2023 abbiamo scelto di leggere con i bambini Le avventure di Pinocchio di Collodi.


Perchè Pinocchio? Una favola o la nostra vita?

Durante l’esperienza dei centri invernali, in uno dei tanti sabati passati a raccontare ai bambini le avventure dei fratelli Pevensie de “Le Cronache di Narnia”, una bambina ci chiede: “Facendo tutto quello che ci dite, io cosa ci guadagno?” . Una domanda leale con il proprio cuore, che cerca qualcosa che lo gratifichi anche dopo aver compiuto gesti che possano comportare un sacrificio. Da quel momento nacque in noi il bisogno di comunicare ai bambini ciò che di buono può generare l’incontro con l’esperienza cristiana, che nonostante i nostri limiti e le nostre storture, c’è sempre qualcuno pronto ad accoglierti, ad indicarti la strada per una guadagno che non ha mai fine: l’essere felici, uomini veri o, come si diceva in altri tempi, l’essere santi. Grazie al lavoro svolto dai nostri amici, abbiamo subito capito che Pinocchio poteva essere il tema che più poteva rappresentare quella domanda.

Un pezzo di legno, un burattino, qualcosa di totalmente insignificante, valorizzato dallo sguardo paterno di Geppetto, e accompagnato nella sua storia da tanti personaggi che lo hanno aiutato a diventare un bambino vero.







Dal Grillo Parlante che ricordava costantemente a Pinocchio il suo desiderio di essere un bambino vero e di essere felice, passando per il Gatto e la Volpe, le voci della menzogna e del peccato che distolgono lo sguardo dal vero cammino per una felicità falsa ed effimera, fino alla Fata Turchina, che come la Chiesa, cerca di correggerci, ci abbraccia e ci riporta verso la Verità.





«Pinocchio è stato, soprattutto per noi operatori, un aiuto a guardarci e fare esperienza dell'infinita pazienza che il buon Dio opera nelle nostre vite.»

Ciò che ci preme sottolineare nella scelta del tema è il criterio utilizzato. Non si tratta mai di scegliere solo un buon racconto, o qualcosa che possa piacere ai bambini, magari facendo una selezione di tanti racconti, favole o cartoni. Ma come riportato nella citazione, il tema viene scelto solo se prima aiuta noi operatori nelle nostre vite. Tutti in questo mese ci siamo un po’ riscoperti come Pinocchio, pieni di limiti e antipatie, ma nonostante tutto il buon Dio ci ha fatti e messi al mondo con lo stesso sguardo commosso di Geppetto quando ha realizzato il suo Pinocchio. Tutti in questo mese abbiamo fatto i conti con le nostre fatiche, i nostri impegni e i nostri desideri che magari ci spingevano a fare altro rispetto allo stare la mattina ai centri con i bambini, ma poi c’è sempre un Grillo Parlante che ci ricorda: altrove realizzeresti la tua vita? Saresti davvero più felice? E infine tutti in questo mese abbiamo capito che nelle nostre vite c’è una grande Fatina che ci abbraccia, ci ama e ci indica la strada verso la Felicità e la Verità: la Chiesa.


Parte di una storia più grande...

Cos’è la Chiesa? C’è un fattore fondamentale che ci permette di realizzare i nostri centri: il non essere soli, ma l’essere accompagnati da una grande compagnia di amici. Non a caso abbiamo sempre cercato di spiegare ai bambini che non erano mai soli, ma stavano camminando mano nella mano. Sarà perché ce lo impone anche la nostra storia, non saremmo qui a parlarvi della nostra opera se non grazie ad una compagnia di amici che ci ha richiamato nel comunicare agli altri ciò che ha reso felice la nostra vita. I nostri centri estivi vengono realizzati insieme ad altre comunità sparse un po’ in tutta Italia, tra cui: la Compagnia dei Tipi Loschi del Beato Pier Giorgio Frassati e la comunità di Comunione e Liberazione di Ferrara. Proprio per far capire ai nostri bambini che le cose non si fanno mai da soli, ma sempre accompagnati da qualcuno che ci vuole bene, abbiamo mostrato a loro questa amicizia organizzando un’uscita a San Benedetto del Tronto dalla Compagnia dei Tipi Loschi.

Quel giorno i nostri bambini hanno potuto fare amicizia con tutti i bambini della “Contea” e hanno realizzato le loro magliette della squadra degli asini e dei burattini grazie agli amici della serigrafia “Pump Street”. Riportiamo integralmente le testimonianze di due nostre amiche operatrici di San Benedetto:


«Quella di venerdì è stata una giornata proprio indimenticabile: più di 200 bambini provenienti dai nostri Centri Estivi e dal Centro Estivo dei nostri amici pugliesi, gli Aficionados, si sono riuniti per giocare, divertirsi e fare amicizia in Contea. Dopo una serie di attività divisi per squadre, ci siamo visti tutti quanti sotto la grande quercia di Santa Lucia. Eravamo tutti lì, seduti insieme, all'ombra di questo grande albero, per raccontare ai nostri bimbi l'amicizia che lega noi operatori di San Benedetto a quelli di San Nicandro. Dopotutto non è facile trovare delle persone che intraprendano un viaggio di tre ore in pullman, con cinquanta bambini e questo caldo "infernale", solo per passare un giorno con i propri amici. È stato commovente vedere come il rapporto che ci lega ha qualcosa di molto più profondo di qualsiasi altra amicizia normale, è un legame che ha le sue radici in Cristo e questa giornata ne è stata la chiara dimostrazione. Il nostro obiettivo era quello di far capire ai ragazzi che ci seguono il valore che hanno le buone amicizie.»


- Martina Giustozzi


«Venerdì 14 luglio si è assistito ad un incontro molto bello, divertente e movimentato per i Centri Estivi dell'Opera Chesterton: l'arrivo in Contea del centro estivo di San Nicandro, organizzato da un gruppo di ragazzi pugliesi, gli "Aficionados". Avete mai visto un centro estivo che incontra un altro centro estivo? Probabilmente no, e invece con noi è successo! Tutte le sedi dei centri estivi dell'Opera Chesterton si sono riunite alla Contea durante la mattinata per accogliere con un fortissimo boato gli amici del sud. Erano presenti circa 200 bambini che tra giochi, pranzo e laboratorio di serigrafia correvano per la contea. Come mai questa occasione? Gli Aficionados avevano bisogno di farsi le magliette del loro centro estivo e di fronte a questa esigenza pratica, abbiamo voluto sfruttare questa occasione per stare insieme. Il tema è diverso, le città sono diverse, i ragazzi sono diversi, ma c'è un punto che ci accumuna e che viene dall'alto: riconoscere che dietro questi fatti c'è Qualcuno di più grande. Ed è per questo che all'interno dei nostri e del loro centro estivo si sviluppa una dimensione educativa che ha come fine quello di instaurare un rapporto profondo tra bambini e operatori. È stata una giornata intensissima sotto un sole cocente, ma piena di persone unite e legate da un'amicizia vera.»


- Chiara Savelli



E’ possibile notare in queste testimonianze che siamo tutti parte di una Storia più grande di noi stessi, una storia che si chiama cristianesimo, e i volti protagonisti di questa storia compongono la Chiesa, segno vivo e carnale della presenza di Cristo in mezzo a noi. E’ per amore a questa storia che ci muoviamo, e affrontiamo «un viaggio di tre ore in pullman, con cinquanta bambini e questo caldo "infernale", solo per passare un giorno con i propri amici.». Per amore alla Chiesa, che è una madre e nel racconto di Pinocchio rappresenta proprio la fatina, quella presenza che con rigore corregge e con amore abbraccia anche gli uomini più scalcagnati.


Quel "Sì" che mai delude. Testimonianze dal centro.



«Ho deciso di dire di nuovo SÌ alla proposta dei miei giovani amici di collaborare con i Centri Estivi 2023. La mia decisione, ancor più dello scorso anno, non è stata il frutto di una lunga riflessione. Ho accettato subito, seppur compatibilmente con qualche problemino di salute e l'impegno quotidiano della mia mamma. Alquanto diverse, però, le motivazioni alla base della mia disponibilità ai centri, tra quelli del 2022 e quelli di quest'anno. Lo scorso anno, per una serie di ragioni, ho accettato la sfida dei centri soprattutto per sfuggire da una realtà familiare che non mi piaceva e che faticavo ad accettare; e poi volevo dimostrare a me stessa e agli altri che potevo essere capace di dare una mano. Insomma, che anch'io potevo essere un tassello importante di questa realtà. Tra un mettere "la polvere sotto il tappeto" e le "prove di forza" a cui mi sono sottoposta per i centri 2022, mi sono accorta che Qualcuno operava attraverso di me, che tutta quella fatica cominciava a cambiarmi, a cambiare il mio modo di guardare le cose, i bambini e anche i miei amici. Quest'anno ho iniziato a collaborare ai centri 2023 con la consapevolezza che questa esperienza non è una via di fuga, ma è dentro la mia vita! Fa parte di me come i miei acciacchi di neo 50enne e una mamma "difficile" da gestire. I centri sono per la mia vita, sono la mia vita!! Non sono qualcosa di separato, di scollegato, ma c'entrano con me stessa; come l'essere vedova, l'essere figlia, l'essere catechista, l'essere amica! Sono proprio i volti di questi bambini e dei miei amici grandi e piccoli, che danno senso a quello che riesco a fare al centro (anche la cosa più piccola e insignificante). Soprattutto i bimbi speciali...quelli che sono al di fuori di ciò che, purtroppo convenzionalmente, il mondo e la società definiscono ordinari/normali, e per ciò bambini straordinari!! Il loro sguardo ancora puro, limpido, i loro occhi che inconsapevolmente guardano al di là di ciò che riusciamo a guardare noi, riescono con la loro semplicità di bambini a farci vedere le cose come le vedono loro. Mi sembra che riescano a vedere quell'Infinito di cui siamo tutti fatti e che con l'avanzare dell'età non percepiamo più! La fatica di alzarsi presto (dopo una nottata di lotta con i pensieri, le mancanze e le recriminazioni), il caldo che ti toglie energie, l'impotenza davanti alla gestione dei bimbi speciali, i dolori alla schiena mentre mi alterno a pulire i bagni, sono tutti ripagati da questo grande Senso che è in tutte le cose. Se il Signore mi ha messo qui, davanti a questa realtà, se vuole che io viva tutte queste circostanze, belle e meno belle, vuol dire che il Senso primo ed ultimo, l'alfa e l'omega di tutto è proprio in questa realtà che con fatica vivo. Lui ci crea ogni giorno, ci plasma, ci vuole rendere sempre più simili a Lui anche attraverso questa piccola grande sfida che sono i centri estivi.»


- Francesca Vocino



«Anche quest’anno, ho deciso di dare la mia disponibilità ai centri estivi organizzati dai miei amici più giovani. Tra mille domande, dubbi e perplessità ho detto "Sì" mettendomi nuovamente in gioco nonostante la fatica quotidiana cercando di incastrarmi nel miglior modo con tutti gli impegni di mamma e moglie. Quando a fine giugno mi scrisse Carmela chiedendomi la mia disponibilità come operatrice, subito a brucia pelo ho pensato dentro di me: "Perchè di nuovo quest’anno devo fare i centri, non mi è bastato l'esaurimento di l’anno scorso con bimbi che urlano a destra e a sinistra che non ti ascoltano e poi l impegno continuo e costante con una bimba "speciale" che necessita di maggiori attenzioni? EVIDENTENTEMENTE NON MI È BASTATO! Così tornata in me le ho risposto:"SI CARMÈ CI SONO ANCHE QUEST'ANNO E VI AIUTERÒ SOPRATTUTTO CON NOSTRA PICCOLA E DOLCE BIMBA SPECIALE!! La cosa che più mi ha colpito del "Fare i centri" è stato l’aspetto della gratuità. Mi sono chiesta: «Perché lo faccio? Perché dedico queste ore della mia giornata a qualcuno che nemmeno conosco e che meccanicamente smonta il mio entusiasmo perché le cose non vanno come devono andare? La risposta per me è stata immediata: «Ciò che mi ripaga è il valore dell'esperienza, l'appartenenza tra noi a questa compagnia dentro ad una realtà in cui un Altro fa tutte le cose». Fin dall’inizio, ho voluto che questi giorni al centro non si riducessero ad un qualcosa di superficiale, un atto pratico e tecnico, (pulire i bagni, servire la merenda ecc...) ma fossero, invece, un “tempo di libertà”, dove far emergere “ciò per cui vale la pena vivere”. Quello che muove, in me, è una Presenza che tocca la mia vita e le circostanze che vivo continuamente; una Presenza che mi educa all'amore alla vita e al perchè faccio le cose (anche quelle che non mi piacciono!) e che mi fa ricordare continuamente che tutta la vita è una cosa seria. Un lavoro che parte da me, una responsabilità mia, personale, verso i miei figli e mio marito e che vorrei comunicare a tutte le persone che mi stanno vicino. È importante l’aiuto che posso dare, ma per me è mille volte tanto quello che questi amici danno a me. Quando torno a casa mi sento viva seppur stanca ma soddisfatta per ciò che ho potuto fare ma anche per quello che non sono riuscita a fare!

Grazie per esserci!»


- Michela Tancredi




Fine prima parte.

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