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I TUOI OCCHI VEDONO TUTTO E PARLANO AL CUORE | Aficionados

A cura di Redazione


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Il 22 febbraio 2005 a Milano moriva Luigi Giussani, fondatore, nel 1969, del movimento Comunione e Liberazione. Ancora oggi la sua personalità continua ad attrarre e affascinare, e anche noi Aficionados lo sentiamo come padre nel nostro cammino di fede. In occasione dell'anniversario della sua nascita al cielo, sentiamo il dovere di rendere omaggio al "nostro" don Giuss. Non basterebbero libri per tracciare per filo e segno la sua figura, pertanto abbiamo pensato di raccogliere una serie di testimonianze di studenti che hanno incontrato il Cristianesimo imbattendosi nel suo carisma che, a distanza di molti anni, continua a penetrare nella vita di molti e in essa generare frutti e Grazie.

Siamo grati al Signore per il dono di questo grande padre fatto alla sua Chiesa.


Per me la paternità di Luigi Giussani è da intendere in un senso molto carnale. I miei genitori si sono incontrati grazie a Comunione e Liberazione, dunque non sarei mai nato senza di lui. Potrei dire che don Giussani mi è più padre di mio padre.

Chiaramente è stato necessario rincontrare Giussani per raggiungere questa consapevolezza. Bisogna riappropriarsi di quel che ci appartiene se vogliamo davvero possederlo.

Questo primo grande incontro “cosciente” col carisma giussaniano l’ho avuto nel Settembre 2009. Mia sorella ebbe un arresto cardiaco e fu necessario trasferirsi a Bologna per poter curare i postumi devastanti della malattia. Non avevo ancora dodici anni che mi trovai improvvisamente a dover cambiare vita. Ricominciare in una città sconosciuta vivendo una condizione dura e drammatica mi pareva impossibile. Partii completamente rassegnato, certo che mi avrebbero atteso mesi devastanti. Ebbene: oggi, dopo 12 anni, ritengo quel biennio bolognese il periodo più bello e decisivo della mia vita. La ragione di questo miracolo è molto semplice: il Movimento di don Giussani. Appena arrivammo, la comunità di Bologna si strinse subito intorno alla mia famiglia. Persone che nemmeno conoscevamo ci fornirono una casa bellissima in cui stare. Incontrammo famiglie che si occuparono di me per permettere ai miei genitori di seguire mia sorella. Iniziai a frequentare una scuola del Movimento, scoprendo un ambiente eccezionale dove perfino lo studio assunse una sua ragion d’essere. Tra gli incontri determinanti di quegli anni ci fu quello con un prete della Fraternità san Carlo che seguiva i ragazzi di medie e liceo. Intorno a lui era nato un gruppo turbolento quanto unitissimo dove tutto veniva preso sul serio, dallo studio al gioco. In questo modo nacquero le amicizie più significative che ho. Quei volti, tutt’oggi, sono come luoghi a cui tornare per ricordare quanto la vita sia l’avventura più entusiasmante e misteriosa che ci sia.

Ritengo la carità che questi fratelli hanno usato nei nostri confronti la più grande forma di miracolo in cui ci si possa imbattere. L’origine di questa Grazia è stato Giussani e il suo carisma. Grazie alla sua opera ho sperimentato la grandezza della Chiesa, la bellezza di questa Madre che non abbandona mai e che, abbracciandoci, ci rende uomini.

-Michelangelo Socci


Per me Giussani è stato il metodo per incontrare Cristo. Se ora mi trovo in seminario è perché ho vissuto e sto ancora vivendo ciò che lui disse quando io ancora non ero. Se ho deciso di dare tutta la mia vita a Cristo è perché c’è stata una compagnia con a capo un’autorità che ci diceva, e ancora ci dice, come si vive, seguendo il metodo che don Giussani insegnava ai suoi. Come si diventa uomini veri. È stato un metodo fondamentale per far si che Cristo non sia solo un sentimento ma una carne. Senza Giussani e amici che vivono ciò che lui ha insegnato non sarei entrato in seminario con questa consapevolezza. Sarebbe stato tutto molto vago, non ci sarebbe stata una passione per l’ideale così grande da farmi dire sì nella maniera più totale. Vivere la verginità, così come lui l’ha insegnata, vivere l’obbedienza, vivere l’appartenenza a un Altro così come lui l’ha insegnata, è possibile perché il metodo di Giussani che mi è stato insegnato è profondamente umano. Giussani mi ha insegnato ad amare Cristo che abita in tutte situazioni della mia vita. Nei suoi libri c’è sempre un rimando ai vangeli che lui li racconta con una straordinaria capacità di immedesimazione. I suoi libri, come spesso può accadere, non sono scritti per soli preti, o per sole suore, o per il clero, nei suoi libri tutti posso incontrare quel Cristo che compie la vita dell’uomo. È grazie al metodo che don Giussani ha insegnato che io nella modalità storica con cui Cristo mi è pervenuto so come, nel mio caso, iniziare ad essere padre, so cosa significa sacrificio, o di questi tempi di quaresima, so qual è il vero senso del digiuno. Se sto iniziando ad amare tutta la realtà è perché Giussani diceva che se Cristo è realmente risorto, tutto quello che mi circonda vale la pena viverlo. Un’appassionata storia d’amore a Cristo è la vita di don Giussani, che dopo anni non può che ancora portare frutto.

-Michele Lombardi


Non ho personalmente conosciuto Don Giussani, la grazia che Dio mi ha donato è quella di incontrare persone che lo hanno conosciuto in vita e sono rimaste colpite dal suo carisma. Per me Don Giussani è come San Francesco per i francescani, San Domenico di Guzman per i domenicani, è quel carisma che Dio fa piombare nella tua vita per arrivare alla meta ultima: Cristo. Nel giorno dell'anniversario della sua morte sento di ringraziare il Don Giuss per aver lasciato un popolo appassionato a Cristo e alla sua Chiesa, che ogni giorno mi richiama al Vero. In vita amava richiamare i suoi ragazzi affermando che ''essere giovani vuol dire avere fiducia in uno scopo, senza scopo uno è già vecchio”, grazie per avermi aiutato a comprendere che lo scopo della vita non sta in un’idea, ma in un volto, che ha dato la sua vita per noi 2000 anni fa sulla croce, e che oggi si rende presente nella nostra vita grazie all'incontro con degli amici, rendere testimonianza di ciò è il vero scopo della vita di tutti. Non posso non ringraziare il Don Giuss quando ha augurato a tutti ''di non stare mai tranquilli, mai più tranquilli'', è forse la frase più iconica che prepotentemente è entrata nella mia vita, e così anche io non sono stato mai più tranquillo, da quando rischiavo una sonora bocciatura a scuola, nel rapporto con la mia ragazza, nello studio universitario, fino al mio impegno in politica. Mai tranquillo, sempre alla ricerca della Verità, sempre alla ricerca di Cristo. Tutto quel che sono lo devo a quest'incontro, può sembrare strano e anche incomprensibile, ma fidatevi è così. Io non sarei capace di nulla se non nell'aiuto di questo incontro che ha letteralmente cambiato la mia vita. Si parte dal seguire qualcuno, che ti indica la strada, fino al ritrovarsi insieme ad una cara amica in una calda giornata di primavera a commuoversi perché anche nei dinamismi che guidano la Microeconomia (materia che studia il comportamento dei singoli agenti economici) riusciamo ad intravedere quel che guida tutti gli uomini, e che Don Giussani amava chiamare nel senso religioso: il desiderio di felicità.

Ciao Don Giuss!

‘’Protagonisti non vuole dire avere la genialità o la spiritualità di alcuni, ma avere il proprio volto, che è, in tutta la storia e l'eternità, unico e irripetibile’’

Don Giuss ci stai riuscendo benissimo!

-Leonardo Frascaria


Quando hanno coniato il proverbio “avere il pane ma non i denti” probabilmente pensavano a me, che ho avuto la Grazia di crescere in una famiglia cattolica, che mi ha educata a una visione cristiana della vita; che fin quando ha potuto costringermi mi ha mandato a Messa tutte le domeniche, ma per me era solo un impegno in più tra i tanti. Fatta la Cresima le domeniche smisero di avere quell’impegno tanto noioso e inconcepibile per me, se avevo voglia di pregare potevo farlo comodamente dalla mia poltrona. Nei primi anni del liceo ero lontanissima dalla Chiesa, dalla fede e continuavo a pensare che dire il Rosario o andare a Messa era roba da vecchietti (complice anche la scristianizzazione totale della scuola e degli ambienti che frequentavo). Il quarto anno di liceo una mia compagna di classe mi invitò a un incontro settimanale che faceva con un prete e alcuni amici. In realtà ci andai più per fare contenta la mia amica che per vero interesse alla proposta, ma non mi sarei mai aspettata di rimanere così colpita da ciò che avevo visto e ascoltato quel pomeriggio che trascorse tra alcuni canti e la lettura di un libro: “Il cammino al Vero è un’esperienza” (titolo che sono riuscita a decifrare solo dopo diversi mesi); mi spiegarono che il libro non era scritto di suo pugno dall’autore, erano degli appunti di incontri tenuti da un certo Luigi Giussani (nome che non poteva che dirmi assolutamente niente). Riuscii a capire veramente poco di quella e delle successive riunioni alle quali partecipai; anche se però non capivo tutto, non capivo il significato di alcuni termini e moltissime altre cose riuscii però, per Grazia di Dio, a intuire che quello che diceva quell’uomo aveva a che fare con la Verità di me. Parlava di desiderio di felicità, a me? Che quando pensavo alla parola “felicità” mi potevano solo venire in mente le risate con i miei amici, e poi…? Nessuno parla mai del poi, nessuno parla mai dell’insoddisfazione che ci portiamo dentro, del tedio, della mediocrità di cui ci accontentiamo. Sentir parlare quell’uomo è stato un poter respirare, una via di uscita alla gabbia dorata che stavo creando con la mia vita. Pian piano, seguendo, le cose andavano via via costruendosi e Gesù Cristo iniziava non solo a c’entrare con la mia vita, con quello che facevo a casa, a scuola, ma ad avere un Volto: quello dei miei amici che come me avevano incontrato l’esperienza cristiana. Il Rosario, la Messa, la Liturgia non erano più cose da vecchietti, iniziavano ad acquistare un senso, erano la domanda che il mio bisogno di felicità si rendesse Presente. L’altra grande devozione che proprio mi era difficile da capire era quella verso i Santi: mi chiedevo come uomini e donne di duemila anni prima potessero in qualche modo c’entrare con le vite di oggi, era tutto diverso, tutta un’altra cosa, poi loro… erano Santi… Niente di più sbagliato, grazie al carisma di Giussani i santi mi sono come diventati familiari, amici, vicini. Erano uomini e donne che magari ne avevano combinate di ogni come o anche peggio di me, ma qualcuno mi stava dicendo che i santi erano i veri uomini, il “trasumanar” di cui parla Dante, l’essere veramente e pienamente uomini o donne che ricevono il coronamento della loro umanità e personalità da Cristo. Trovare qualcuno che ti dica che se si segue la Chiesa, Cristo, l’“io” non si affievolisce, anzi rifiorisce letteralmente è una Grazia. Grazie don Giuss.

-Maria Chiara Grana


Spesso mi trovo a pensare che essere nata a ridosso del 2000 sia quasi una sfortuna, perché avrei desiderato nascere molto tempo prima per poter incontrare direttamente la persona di Don Giussani. Poi mi rendo conto della sfacciata fortuna che ho avuto nel luglio del 2016: da quel momento Signore ha costellato la mia strada di tanti amici e testimoni del Giuss, che mi, anzi ci trasmettono la fede in maniera autentica attraverso il suo carisma, così come essi l’hanno vissuta all’interno del Movimento. Perché è così che Cristo ci viene incontro: attraverso dei volti in carne e ossa. E a me Cristo è venuto incontro attraverso questa “strana” oserei dire, concatenazione di volti e amicizie, tutte nate dall’incontro con il Giuss. Per questo posso dire che don Giuss è anche un po' mio. Nonostante non lo abbia mai incontrato, non abbia vissuto l’esperienza di CL, lo sento veramente padre e amico, tanto da non aver potuto fare a meno di incorniciare una sua foto e appenderla nella mia camera. Così in qualche modo gli appartengo, apparteniamo a questo padre e siamo legati l’un l’altro: più volte mi è capitato di chiacchierare con una persona vista per la prima volta o addirittura solo una volta, di come don Giuss intercede e interviene quasi prepotentemente nella mia vita: le sue parole, anzi, la sua fede, il suo modo di vivere la realtà e giudicarla, non può non stupirti e non lasciarti il segno, non può non provocarti, non può lasciarti tranquillo. Al contrario ti lascia inquieto e desideroso di vivere così come egli viveva: mendicante di Cristo. Questa è solo una piccolissima parte di come don Giuss è entrato e agisce nella mia vita e in quella dei miei amici con i quali condivido l’esperienza cristiana. Quando parliamo di lui tra noi, i nostri occhi si riempiono di commozione per quello che ci ha dato: Cristo. Oggi siamo qui per Giuss, grazie al Giuss, ma solo perché è stato strumento di un Altro: egli ci ha parlato per conto di Dio del desiderio di infinito, di felicità, e ha avuto a cuore il nostro destino, e così ci ha conquistati tutti e ci ha portati (e ci porta) verso Colui che è stato la sua unica e vera ragione di vita: Gesù Cristo.

...non ho parole per esprimere la mia profonda gratitudine per il dono di questo grande padre. Il suo carisma continua a vivere e io l'ho incontrato.

Grazie don Giuss, prega per noi.

-Carmela Di Lella


Io, questa compagnia, dobbiamo quel che siamo oggi a quest' uomo. Don Giussani è stato un Grande Uomo, uno che come tutti i grandi inizialmente si fatica a comprendere. Ma ciò di cui parlava Giussani non era un teoria scientifica o un postulato filosofico, ma di Dio che si è fatto carne e che ancora oggi è presente nella nostra vita, anzi ne è la chiave per essere felici. In questi pochi anni proprio attraverso di lui ho imparato che non sono i grandi discorsi a dover colpire, ma una Presenza. È curioso il modo in cui quando alle riunioni settimanali si riprendono le sue parole, ci si riesce a identificare i propri casini, i limiti e le proprie difficoltà, ma anche la strada per non soccombere a essi, anzi, per farne il sentiero verso la santità. Non un corso di yoga e nemmeno una teoria filosofica, ma il richiamo a una Presenza che è Cristo, proprio colui che ha creato il tuo cuore e che sa per cosa è fatto. «Tu solo hai parole di vita eterna» . Per me Giussani è la forma materiale attraverso cui queste parole di vita eterna sono giunte nella mia vita. Un'esperienza per la santità vecchia duemila anni che ancora oggi è percorribile, una strada difficile che necessita di una guida che ti riapra continuamente gli occhi. Don Luigi Giussani è questa piccola bussola che ci è stata donata e che ci aiuta a non smarrirci in un mondo che sempre più vuole impedire alla ragione e al cuore di cercare ciò per cui è fatto e che continuamente ridesta lo sguardo a volte troppo distratto. Nel ringraziare il Signore di questa grazia, voglio pregare per questo amico, che spesso in questi ultimi anni è stato capace di indirizzare il mio sguardo all'essenza delle cose. Perchè si sa che i santi fanno più rumore da morte che da vivi, e noi pregheremo affinché la Chiesa possa al più presto riconoscerlo tra essi.

-Maria Paola Santucci



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