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Le Sardine si legano

Aggiornamento: 22 dic 2019

Articolo di Leonardo Frascaria


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Mentre la classe dirigente del nostro paese sembra sprofondare sempre di più nel baratro, il centro-destra attraverso le future elezioni regionali potrebbe mandarle una forte scossa. In questo scenario un movimento spontaneo nasce nelle piazze calcate dal Carroccio: le Sardine.


Dalla storia abbiamo sempre imparato che le grandi battaglie si combattono contro il potere che cerca di dominare su tutto e tutti, pensiamo ad esempio a ‘’Quei ragazzi di Budapest’’ in Ungheria nel 1956 e alle ‘’Manifestazioni del Lunedì’’ nel 1989 nella Repubblica Democratica Tedesca, tutti contro il Regime Comunista. Esattamente trent'anni dopo la storia è leggermente cambiata, si è passati dal protestare contro il potere al protestare contro l’opposizione di un paese. Si tratta proprio del Movimento delle Sardine che partendo da Bologna, è sceso in piazza in questi giorni fino ad arrivare anche in Capitanata. L’obiettivo è una costante che unisce la sinistra italiana: abbattere la politica di centro-destra, soprattutto quella di Matteo Salvini. L’apartiticità del movimento dichiarata dai fondatori fin da subito si è rivelata essere una menzogna, perché il movimento nasce dichiaratamente come progressista ed ecologista e soprattutto gay-friendly, infatti dopo una serata al Muccassassina, locale simbolo della Roma Gay, il circolo LGBT ha annunciato una stretta collaborazione con il movimento. Ma soprattutto nasce come ‘’Anti-Salvini’’, e questo non è fare politica con obiettivi chiarissimi? Per non dimenticare il sostegno organizzativo dato da alcuni parlamentari emiliani del Pd come Andrea De Maria e Luca Rizzo Nervo, Luigi Tosiani, esponente di Emilia-Romagna Coraggiosa, la lista di sinistra che sostiene il bis del governatore Stefano Bonaccini. Rendono ancora meno certa l'apartiticità del movimento i post di Mattia Santori, promotore delle Sardine, in cui dava spensierati apprezzamenti all’operato di Nicola Zingaretti, definendo tutti gli avversari dei ‘’pagliacci’’.Alla faccia della democrazia e del linguaggio dell’odio, il ritratto di una sardina perfetta si rivela: sinistroide, ecologista, partigiano, radical chic e gay-friendly. Nulla di nuovo allora, il solito collettivo di sinistra che ripone le proprie fragili fondamenta in un antifascismo attempato e senza senso; ciò che li unisce non è una giusta e sana protesta, ma ostacolare chiunque non la pensi come loro, insultare e odiare l'avversario, forse sono loro i ‘‘fascisti-rossi’’, dato che le piazze vengono occupate non per dialogare ma per crocifiggere e vituperare . Ma, attenzione, è realmente da sottovalutare questo movimento? No, perché si tratta di giovani militanti nella sinistra che tentano di dare una scossa alla classe dirigente progressista che a breve potrebbe perdere una sua storica roccaforte: l’Emilia-Romagna. La pericolosità di questo movimento non sta tanto nella politicità delle idee che ad oggi sembrano essere poche, ridicole ed irrilevanti, ma nella rivoluzione culturale progressista che intende attuare. Una rivoluzione basata sulla cattiva interpretazione di ‘’società civile’’ come ci ricorda egregiamente Stefano Fontana in un rubrica sulla Dottrina Sociale a ‘’La Nuova Bussola Quotidiana’’. Se il centro-destra intende fermare questo movimento con una vittoria politica si sbaglia di grosso.In conclusione è bene dichiarare che ‘’LE SARDINE NON CI FANNO PAURA’’ ci discostiamo pienamente dal loro pensiero, dalle loro azioni protagonistiche nelle piazze, dal loro ’manifestare contro l’odio’(che per altro creano con le loro stesse mani). Noi non manifestiamo contro l’odio, ma lo combattiamo con la vita di tutti i giorni con le nostre azioni e nei rapporti con le persone, non abbiamo bisogno,come loro, di predicare parole importanti che però purtroppo rendono vuote e prive di significato: amore, pace, giustizia, ecologia… . Cose giustissime, ma che necessitano di essere vissute in maniera vera. Per questo motivo abbiamo riposto la nostra speranza in un uomo: Gesù Cristo ed è per Lui che cresce il desiderio di educare all'amore, alla pace, alla giustizia, alla natura, senza però farne una ideologia.





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