La liberazione censurata
- Aficionados

- 23 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Articolo di Leonardo Frascaria

Pochi giorni fa una nota di Palazzo Chigi informa che l’ANPI nella giornata del 25 Aprile può liberamente scendere in piazza per celebrare la Festa della Liberazione d’Italia rispettando le norme di sicurezza vigenti in contrasto all’epidemia da COVID-19. Ciò conferma ancora una volta l’esistenza di una intoccabile religione civile che anche in emergenza sanitaria non può essere sospesa.
Nella giornata odierna in vari comuni si riuniranno esponenti dell’ANPI locale, qualche autorità civile, giornalisti, operatori televisivi, che nel loro insieme, anche se distanziati e con dispositivi di protezione individuale, formano un assembramento di circa 15 persone (guarda caso lo stesso numero di partecipanti alla Messa di Don Lino Viola a cui è stata comminata una multa di ben 280 euro). Ci sarebbe tanto da dire, ma non mi va di entrare nel merito di una festa talmente ideologica e controversa strumentalizzata da una specifica parte politica. Mi chiedevo invece: quale liberazione stiamo festeggiando? Siamo realmente liberi? Non sto parlando delle libertà che ci sono state private in questi mesi, ma mi chiedevo se nella quotidianità delle nostre vite prima che la pandemia incombesse: eravamo realmente liberi?
Per trovare la risposta basta guardarsi intorno e come d’incanto noteremo che non c’è nessun motivo per festeggiare. Pensiamo a questo mostro invisibile che continua a mietere vittime nel mondo, alla povertà che cresce a dismisura, fino ad arrivare al più piccolo problema presente nella nostra vita, davvero siamo così incoscienti da credere che siamo realmente liberi nonostante tutto? Come si pone il vostro cuore davanti ad ogni singolo problema? Siete lieti nonostante tutto?
Questo è il nocciolo della questione. Noi cattolici non siamo qui come fanatici della nostra religione per imporre le nostre celebrazioni liturgiche, semplicemente riteniamo che il cuore dell’uomo non è retto dalla ricorrenza di un evento storico. Noi non siamo contro la liberazione d’Italia, lungi dall’essere un articolo che faccia apologia al fascismo, perché tra li file della Resistenza c’eravamo anche noi, eravamo le Fiamme Verdi. Il cuore dell’uomo è retto da una Presenza viva qui ed ora, che ci ha resi liberi ben 2000 anni fa. Diventiamo realmente liberi solo guardando in faccia a quella Presenza. Ecco perché per noi è inconcepibile che non ci è stato permesso di partecipare alla celebrazione della Pasqua (festività di una reale liberazione) e all’ANPI sarà permesso manifestare. Ci chiediamo: la liberazione che Cristo ha portato ha meno dignità per essere celebrata? Non vogliamo imporre nulla, checché ne dicano certi ‘democratici’ che sugli altari della massa più sfrenata si proclamano difensori del pluralismo mentre dietro tavoli governativi continuano ad imporre sempre e solo una certa ideologia. Vogliamo solo che l’uomo sia libero e questa libertà la si può trovare solo guardando a Cristo Risorto. Solo in Lui l’uomo può essere realmente libero davanti a tutti i suoi problemi.
Allora cari lettori, festeggiamo anche la ‘’Liberazione’’ come evento storico, ma in questa giornata è doveroso rimembrare quale sia la vera liberazione dell’uomo e soprattutto sentiamoci provocati ancora di più nel voler testimoniare con le nostre vite e la nostra amicizia che il cristianesimo non è una favola o una fonte di valori comuni ma un avvenimento che cambia radicalmente la vita. Vi auguro di essere liberi come il Beato Rolando Rivi, quel ragazzetto di 14 anni che il 13 Aprile 1945 per aver incessantemente difeso la libertà, fu crudelmente ucciso dai partigiani, considerati quest’ultimi i ‘santi civili’ dei nostri giorni.
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