DISCORSO DI DRAGHI? INACCETTABILE | Aficionados
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- 19 feb 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Articolo di Leonardo Frascaria

Il discorso di Mario Draghi al Senato per un cattolico impegnato in politica è letteralmente inaccettabile. Quanto detto dal neo-premier non pone i presupposti per un appoggio all'operato del Governo, anzi a maggior ragione ritengo sia necessario fare opposizione.
In tutto il discorso il presidente non ha minimamente nominato la parola ''famiglia'', la cellula sociale che più sta soffrendo la crisi economica. La situazione si aggraverà a fine marzo, quando terminerà il blocco dei licenziamenti. Nessun accenno alle politiche familiari dunque, o quel che riguarda il calo demografico che sta colpendo il nostro paese. Come si può parlare di crescita se la nostra società sta morendo? Quando si parla di ''nuove generazioni'' esattamente a chi si fa riferimento se la denatalità è ai massimi storici dell'Unità d'Italia? Purtroppo non troviamo risposte nel discorso di Draghi. Il nuovo esecutivo darà priorità a tematiche quali l'ambientalismo o la digitalizzazione: percorsi aggiuntivi da intraprendere, ma in mancanza di programma dove la famiglia sia posta al centro della società, risultano conseguenze non utili alla ripartenza dell’Italia e che non porteranno i frutti che ci aspettiamo.
Situazione ancor più drammatica sul fronte scuola. Già annunciata una riforma che va nella direzione opposta rispetto a quella che chiediamo da anni. Anche qui si parte da una concezione centralista della scuola (le scuole paritarie e private non sono state minimamente nominate), per il Premier è dovere del governo introdurre nuove materie didattiche che si adeguino agli standard europei accelerando il processo di ''transizione culturale'' (termine assai spaventoso) voluto fortemente da Bruxelles. Il compito di uno Stato è quello di educare i figli rispettando i titolari della libertà educativa ovvero i genitori, ma anche qui il discorso del presidente Draghi fa acqua a scapito di chi crede ancora in una scuola libera.
Non c'è altro da aggiungere: siamo di fronte a un governo simile al precedente, a trazione PD-M5S. Un governo statalista che continua a calpestare ciò che ci sta più a cuore: la sussidiarietà. Infatti, relativamente al campo della politica economica, Draghi afferma «il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche» concludendo che bisogna scegliere «quali attività proteggere e quali accompagnare al cambiamento». La ripartenza non sarà nel rispetto dell'autonomia e della creatività dei corpi intermedi, ma avverrà secondo direttive governative.
Lo stato decide quali aziende devono vivere e quali no, lo stato decide cosa bisogna insegnare a scuola, lo stato decide cosa bisogna fare. Sarà un governo con il fine esclusivo di guidare il Paese verso standard decisi da poteri sovrannazionali.
Mi dispiace, ma noi non ci stiamo!
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