Cristo, meta della nostra esistenza.
- Aficionados

- 2 lug 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Articolo di Pepito Sbazzecuti

Cos’è il desiderio? Cos’è la radice? Il tutto dove si mostra? Sono fatti spirituali o sono così reali che l’uomo non può non chiedersi: “Ma il mio cuore cosa chiede?”
Interpretazione: Rachmaninoff op. 3 nr. 2
La, Sol#, Do#. Tre note che ci
accompagneranno per tutta la durata del brano. Un incontro. Un qualcosa di vero che è iniziato e non finirà mai più. Ci imbatteremo in esse per tutta la durata del pezzo. Da quel momento in poi quelle tre note che rappresentano l’incontro con Cristo, diventeranno un desiderio. Desiderio di incontrare qualcosa, anzi, Qualcuno. Consideriamo quella nota bassa, al minuto 0.15, l’ultima delle tre. Il suo spegnersi fa scaturire un fatto: è proprio qui che il tema, pian piano, inizia a prendere forma e modularsi. In altri termini, è alla fine di suddetta nota che inizia tutto; ma è una nota che muore e nasce nuovamente. Infatti, al centro del tema appena sorto, le tre note iniziali spuntano ancora una volta. Emergono con chiarezza e trasparenza. Sono la radice di tutta la durata della composizione. La radice! La radice, cioè quella cosa che permette all’albero di nutrirsi e affermarsi. È Cristo! È Lui, la radice di tutto. È Cristo vivo, radicalmente presente nella realtà delle cose. Riguardo il desiderio sopra citato, si potrebbero dire diverse cose. Ma cos’è principalmente il desiderio, se non un qualcosa che mi avvicina a Cristo? Il desiderio è insito nell’uomo, così come lo sono il fegato e i polmoni. Ed è ciò che aiuta a comprendere la mia vocazione. La vocazione non è altro che un atto di fiducia che fa Dio a noi, attraverso la realtà, al fine di renderci felici. Vedete, Cristo fa tutto bene, ma questo lo può confermare solo colui che è attento a tutto questo! Cristo fa di tutto per attrarre a sé gli uomini. Al minuto 1.50, ad esempio, tutto è perfetto! Uno ascolta, e dice: <>. Non esiste un pianista, un maestro o chicchessia che possa superbamente dire: <>; se questo potenziale uomo partisse con tale pretesa, con un minimo di senno e di intelligenza che l’accompagna, si accorgerebbe presto che è impossibile modificare il pezzo! E la stessa cosa vale per la realtà, per Cristo! Altrimenti non si spiegherebbe il peccato. Il peccato e viene fuori nel momento in cui le cose che ci sono state date non vengono trattato per il fine per cui sono state create! Ecco cos’è la realtà. Capite? La realtà è segno di Altro! Cristo è un fatto sperimentabile ma misterioso. Perché si manifesta nella Chiesa. La Chiesa, ossia uomini innamorati di Cristo. Le tre note iniziali – abbiamo detto – rappresentano un incontro: dove è avvenuto quest’ultimo se non nel dispiegarsi della realtà? Il cristianesimo è un fatto reale, non un ammasso di sentimentalismi. Se questo non fosse vero, allora la festività del 6 Gennaio non avrebbe senso! Nulla toglie che talvolta la realtà è cruda, spesso non la capiamo, a volte vogliamo gridare: <>. Però, se prendessimo un pezzo di argilla cruda, essa un po’ dura, che puzza, sporca, difficile da modellare, e ci fermassimo solo a questo, quel pezzo informe di argilla resterebbe tale. Qualora io inizi a curarla, modellarla ecc. l’argilla potrebbe diventar anche qual cosa di sacro. Quindi il problema non è la realtà, ma come io la vivo, come ci poniamo di fronte ad essa! Secondo voi, qual è la differenza tra un prete e un sacrestano? Molti direbbero: <> oppure <> e così via. NO! L’unica differenza è il sì a Cristo! Il rapporto con Cristo deve essere passionale perché tutti abbiamo il desiderio di Cristo, ma pochi rispondono effettivamente ad esso. Sono pochi coloro i quali si fidano della Chiesa e si affidano al Cristianesimo anche quando non lo capiscono. Arrivando poi al minuto 2.22, è facile impigliarsi e cadere nella confusione, tanto da non capirci più nulla: tanto è vero che proprio in questo momento le tre note diventano più forti. E questo passo potremmo compararlo al concetto di croce, la quale ci da la speranza della resurrezione. Pertanto uno riuscirà a passare da “non ce la faccio più, non capisco, non riesco” a “non ti lascio più”. Questo è Cristo, questo è il Cristianesimo. Testimoniarlo, testimoniarlo! La passione della testimonianza deve essere così forte, così grande, così piena di letizia, che deve rendere possibile ogni sacrificio.
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